martedì 15 febbraio 2011

Munch e lo spirito del Nord

E’ aperta fino al 6 marzo 2011 la mostra organizzata anche quest’anno dal geniale Marco Goldin  a Villa Manin di Passariano di Codroipo (Udine) intitolata “Munch e lo spirito del Nord” e imperniata sulla pittura scandinava del secondo Ottocento.
Specialmente dedicata al paesaggio nordico che, come disse l’ambasciatore di Norvegia in occasione dell’inaugurazione “contiene pochi segni storici, ma in compenso possiede una splendida natura" si raccoglie anche attorno al tema del ritratto, della figura e della quotidianità.
Al di là di Munch, che è presente con una quarantina di opere, fra quadri e lavori su carta, gli altri autori che gli fanno da corollario non sono noti al grande pubblico, ma le opere esposte stupiscono per i paesaggi poetici, la natura incontaminata, il biancore delle estati nordiche, l’infinità delle notti invernali.
E che dire dei fascinosi interni, delle figure riprese nella loro quotidianità (“Il bucato sul ghiaccio”, di Pekka Halonen, i pescatori ritratti da Albert Edelfelt nello stupendo “Ai confini dell’arcipelago”, il ritratto dell’uomo seduto dietro alla finestra illuminata di Laurits Ring e intitolato “Solitudine”, di chiara matrice caravaggesca. “La convalescente” di Helene Schjerfbeck).
Akseli Kallela
 Ritratto della moglie
Bellissimo il ritratto che Akseli Kallela fa della moglie, gli interni di Vilhelm Hammershøi, dove dominano i grigi e gli azzurri pallidi, al contrario  di Munch che predilige i rossi e i gialli, lo spettrale “Hornsgatan di notte” di Eugène Jansson con le case avvolte nel buio e poche pennellate chiare a identificare la luce dei lampioni.
Le opere di Munch raffigurano personaggi spettrali, straniati, inquieti, problematici che rispecchiano la natura dell’artista, che risentì fortemente dell’influenza di Ibsen e della sua drammaturgia.
Ma ci sono anche i paesaggi soleggiati (“Pomeriggio in piazza”, “Inger illuminata dal sole” e i cinque bellissimi bambini de “Il bosco incantato”).
I ritratti fatti alla sorella Inger sono sempre inseriti in un paesaggio e ne fanno parte integrante, come le due figure di donne, viste di schiena, del bellissimo dipinto “Sul balcone” dove la natura circostante è un tripudio di gialli e rossi.
Ne “La malinconia”, che fa da poster e logo della mostra, i colori scuri sono appena mitigati da pennellate di giallo-ocra, azzurro-viola e verde scuro.
Negli ultimi anni di vita Munch si dedicò al paesaggio, riscoprì la natura, quegli spazi del Nord dove il tempo è sospeso, dilatato all'infinito.
Paesaggi che diventano storie da raccontare, silenzi da interpretare.
                                                                                        
                                                                                                       Recensione di Lucia Accerboni 

Edvard Munch - Il bosco incantato