lunedì 5 dicembre 2011

TRADIZIONI E FESTE POPOLARI E RELIGIOSE NEI DINTORNI DI SACILE - dodicesima parte

          La notte del 5 dicembre, vigilia di SAN NICOLO’, Santo venerato un po’ ovunque in Italia, in particolare nelle zone di mare e nei paesi attraversati da fiumi, era per i bambini la più lieta dell’anno. 
Era infatti quella l’unica occasione di ricevere qualche regalo (per lo più si trattava di qualche indumento, di cui si aveva necessità, di qualche arancia o mandarino, di qualche caramella. Se si era particolarmente fortunati, compariva qualche giocattolo, ma questa era un’evenienza rara e legata alle condizioni economiche della famiglia). 
Ci dicevano che San Nicolò arrivava durante la notte, con il suo asinello che trainava il carretto coi doni, per i bambini bravi. 
Noi ponevamo, sul davanzale di una finestra a pianterreno, un pezzo di pane, un bicchiere di vino per il Santo e un pugnetto di fieno per la bestia che lo accompagnava. I “tontoloni” ci credevano, o facevano finta di crederci, altrimenti la “festa” sarebbe finita ancora prima di cominciare, ma quelli un po’ più svegli, notando le manovre dei genitori nei giorni precedenti il 6 dicembre, badavano a comportarsi un po’ meglio del solito e facevano finta di essere all’oscuro di tutto. 
E al mattino tutti manifestavamo grande gioia, al di là di sorprese o delusioni. Le nostre aspettative, infatti, erano tante, la realtà… Significativa, a questo proposito, la filastrocca che si recitava tra noi: “San Nicolò, San Nicolet, se me pare nol men met, se me mare nol men dà, San Nicolò le bel pasà!”.

                                                                                         continua        Elide Da Ros