Forni di Sopra |
Fanno presagire un autunno già quasi alle porte, cui farà seguito un inverno lungo e buio. Sono stagioni che non fanno per me, freddolosa all’inverosimile e amante della luce fino a tarda ora. Sto stirando e ogni tanto guardo fuori dalla finestra gli alberi del giardino mossi dal vento e la pioggia che batte sui vetri, rabbiosa, quasi quanto lo sono io in questo pomeriggio in cui sono stata costretta ad accendere la luce anzitempo.
Rientrata a casa dopo tre settimane in montagna e una di mare mi trovo già a rimpiangere le vacanze, e le montagne di Piancavallo che riesco a intravedere dalla finestra della cucina, anche se avvolte in un leggera nebbiolina, mi fanno rimpiangere le mie montagne di Forni che si trovano appena al di là della Val Cimoliana e che, con un po’ di fantasia, immagino di avere di fronte.
Il monte Cridola |
Il tempo splendido di quest’estate me le ha fatte godere come raramente succede, visto che in montagna la pioggia è spesso quotidiana. Non serve neanche che io esca da casa, per assaporarle in tutta la loro bellezza.
Dalla finestra della mia camera da letto e dalla porta-finestra del soggiorno la vista spazia sul gruppo montagnoso dei Monfalconi, del Cridola e, in fondo, le Marmarole delle Dolomiti cadorine.
Al mattino presto, all’alba, i raggi del sole fanno risplendere le cime dolomitiche di una tenue luce rosata e al tramonto le incendiano di rosso vermiglio.
Al calar della sera si stagliano maestose in un cielo blu genziana, mentre la luna sale ad illuminare la Val di Suola con i suoi ghiaioni e il monte Cimacuta, che dall’alto dei suoi 2058 metri sovrasta l’abitato di Forni di Sopra.
I laghetti accanto al Tagliamento riflettono i raggi lunari e i pontili, così affollati durante il giorno, sembrano riposare protendendosi pigramente verso la sponda opposta.
I Monfalconi di Forni |
Dopo cena m’incanto sulla terrazza a guardare tutta questa bellezza, perché voglio riempirmene gli occhi e fissarla bene nella mia mente, visto che dovrà accompagnarmi per tutto il resto della stagione invernale.
Non è che d’inverno, con la neve, il paesaggio non sia altrettanto incantato, ma sempre per i miei ben noti motivi “freddolosi”, non riesco ad apprezzarne in pieno la magia.
Adoro il silenzio che mi avvolge; io, che normalmente preferisco la vita “confusionata”, più vicina al mio modo di essere, so anche apprezzare momenti di assoluto silenzio, quando i pensieri sono liberi di vagare oppure di essere lasciati decantare mentre la mente si riposa e si rilassa durante attimi di solitudine costruttiva.
Il monte Cimacuta |
Ecco, a questo sto pensando mentre ripongo il ferro da stiro ed un timido sole sta tentando di farsi strada tra le nuvole sfilacciate.
L’estate sta finendo e un anno se ne va, dice la canzone, speriamo che il prossimo mi trovi ancora incantata davanti alle mie montagne.
Lucia Accerboni