giovedì 28 febbraio 2013

Intorno alla Poesia

Il nostro amico Vittorio Coluccia, che frequenta il Corso di Scrittura, ci manda queste sue interessanti considerazioni, che pubblichiamo con piacere, e che speriamo possano stuzzicare qualche commento.

Charles Baudelaire 
Carissimi,
non è per "mostra di sé" o per difendere una "categoria" alla quale solo mi avvicino, ma per onestà intellettuale.

Paolo, se per la prof. va bene, inseriscilo pure nel nostro blog.
'Notte a tutti

Vittorio


Si è parlato in questi giorni, nel corso del Gruppo di Scrittura, di Poesia ed in particolare del DECADENTISMO FRANCESE.
Ho sentito pareri diversi e a volete irrispettosi, a volte anche giudizi negativi sugli autori.
Mi chiedo: come ci si avvicina all’ascolto della poesia? Con quale animo e talvolta… con quale presunzione?
Forse la Poesia è per tutti? Dovrebbe, ma certamente non per tutti allo stesso modo.

Come nasce una poesia:
 I ”Poeti” moderni vivono una loro personale situazione emozionale e talvolta, per cause non facili a dirsi, esprimono in “forma poetica” le loro emozioni e, a volte, quello che in passato poteva sembrare un mero esercizio tecnico, richiede ora con forza di essere espresso in una forma libera, dove anche la forma indica sostanza e richiama l’attenzione sul senso delle parole e del verso.
Talvolta è il tormento come pure l’entusiasmo che originano una emozione, e l’uno e l’altro procurano una sofferenza che viene poi espressa.
La sofferenza del poeta.
Ascoltare una nota di violino, esile e persistente, penetrante e pur dolce, percepire le vibrazioni che si librano nell'aria animandola di palpiti e di suggestioni;
guardare in faccia il tenero sole di un’alba sul mare … e sentirsi inebriati della sua diafana luce prima che si incendi l’azzurra distesa;
osservare un dipinto dei nostri grandi maestri e penetrarlo nelle ombre e nelle luci e nelle espressioni dei suoi personaggi e sentirsi con l’autore partecipi della sua ispirazione;
incontrare lo sguardo e il sorriso di un bambino … e perdersi in un mondo innocente e ormai passato;
vivere l’esperienza di una perdita e sentire il bisogno disperato di urlare …!
Si potrebbe proseguire all'infinito perché infinite sono le cause della sofferenza del poeta.

Leggere una poesia:
 Per avvicinare quindi una poesia è necessario farlo con umiltà o almeno con discrezione, quasi in punta di piedi. Superata l’agevole ritmica della poesia tradizionale dove cuore fa rima con amore e storna con non ritorna e la cadenza metrica accompagna il verso che suona un impercettibile sottofondo, osserviamo che la moderna poesia vive spazi espressivi di grande libertà stilistica che libera con lo scritto le palpitazioni intime del poeta; sono vibrazioni e turbamenti, innamoramenti e tormenti propri di una sensibilità capace di percezioni sottili che a volte rivelano la delicatezza di un animo e spesso la sua fragilità e quindi … la sua debolezza.
Emozione è spesso sinonimo di sofferenza.
Bisogna quindi considerare lo stato d’animo che vive il poeta, l’ambiente e la storia sua e del suo tempo e forse possiamo capire un po’ di più.
Ma il capire non è importante quanto il sentire. Sentire vuol dire partecipare del tormento del poeta e quindi emozionarsi con lui.
Allora il messaggio è arrivato.
Buona poesia a tutti!

                                                                                Vittorio Coluccia - Sacile 27 febbraio 2013