stampe, fotografie, documenti autografati, medaglie, dipinti, e tantissimi strumenti musicali, alcuni, i più antichi, con delle forme veramente strane ma ancora funzionanti.
La gentile e sapiente guida del museo ci ha spiegato anche l'uso e la provenienza dei tanti abiti di scena e degli oggetti ornamentali presenti nelle varie stanze. La visita è proseguita al piano terra del palazzo presso la sala Attilio Selva dove abbiamo potuto ammirare la mostra dedicata a "Celeste Aida" e giustamente alcune signore si sono fatte fotografare non avendo resistito al fascino delle stupende vesti teatrali. Dopo la pausa pranzo decidiamo di visitare la città, ma prima il nostro presidente ci chiede di accompagnarla a salutare due suoi conoscenti che da parecchi anni risiedono a Trieste.
Abbiamo la fortuna di incontrarli non molto lontano (sembrava l'aspettassero) così dopo
gli abbracci e foto ricordo con il sig. Italo Svevo (1861-1928) e il sig. James Joyce (1882-1941) possiamo riprendere il nostro giro. Accompagnati dalla signora Accerboni, nativa del luogo, e quindi grande conoscitrice della città, partiamo dalla stupenda piazza Unità d’Italia e in un’ora visitiamo la chiesa greco orientale di S. Nicolò con un interno molto suggestivo, la chiesa serbo ortodossa di S. Spiridone, quella luterana e la chiesa valdese ed elvetica di S. Silvestro la più antica della città, naturalmente non poteva mancare la chiesa cattolica di S. Maria Maggiore.
Alcune di queste aprono nel tardo pomeriggio e le abbiamo ammirate
solo esternamente. Dopo aver visto il teatro romano, un bel campanile tipo minareto, e una passeggiata sulle rive, la fatica iniziava
a farsi sentire e ci
siamo presi dieci minuti di pausa.
La signora Accerboni ci ha fatto notare che
eravamo seduti davanti al palazzo delle poste (1890) in piazza Vittorio Veneto,
sicuramente il più bello della città. Un ultimo sforzo e un'ultima foto assieme
alla statua della principessa Sissi.(1837-1898) Finalmente la stazione dove a
qualcuno è venuto in mente, sicuramente sopraffatto dalla stanchezza, di fare
una colletta per prendere due gratta e vinci progettando un futuro viaggio a
New York da farsi con la sicura vincita, illusione svanita in cinque secondi.