lunedì 3 marzo 2014

Riflessioni su di uno spettacolo teatrale

Riceviamo dal nostro corrispondente da Ancona Giovanni Coluccia uno scritto che, come al solito, pubblichiamo con piacere. 
Grazie Giovanni !

MAGAZZINO 18
Spettacolo musical – civile di Simone Cristicchi

NOTE A COMMENTO

A più di sessanta anni dalla conclusione della 2^ Guerra mondiale ci si interroga ancora, e con poche risposte, sulle ragioni profonde dell’esodo giuliano-dalmata e sulle tante vicissitudini di oltre trecentomila Italiani scomparsi o fuggiti dall’Istria addirittura  dopo la conclusione della guerra e dei trattati di pace.
Il fatto stesso che nel corso dello spettacolo, “ Magazzino 18 “, l’archivista- narratore ponga al suo interlocutore fuori campo la domanda: “Ma chi è questo Giuliano-Dalmata”, attribuendo ai due aggettivi il valore di un nome di una persona, mentre dalla situazione poi si evince che si tratta dell’Esodo giuliano-dalmata, la dice lunga sullo stato delle conoscenze del fenomeno e dei risvolti umani ad esso conseguenti.
Vicende che contrapposizioni ideologiche, appetiti territoriali, spesso odio e rancore personali, inettitudine o peggio pilatesche decisioni  di governi hanno inverato l’assunto del filosofo Hobbs “Homo hominis lupus”.
Ma non è questa la questione che qui si vuol trattare. Non lo consente la brevità di queste note e neanche la chiave di lettura con cui ci si accosta allo spettacolo che, a parere di chi scrive, è sì una ricostruzione storica, ma non è, e credo non è stata concepita, come un saggio storico.
Qui si parla dello spettacolo musicale e civile messo in piedi da Simone Cristicchi, “Magazzino 18” appunto, impostato un po’ sull’onda emotiva della memoria tramandata e un po’ sulla ricostruzione storica, dove i linguaggi della comunicazione si intrecciano, sovrapponendosi a volte, utilizzando tutti i registri fonici e scenici di cui il cantautore può disporre.
E’ un racconto per stimoli successivi, per rievocazioni oscurate, per sofferenze taciute e per orrori inconfessati.
Questa ci pare la cifra della narrazione: un lodevole tentativo di sollevare, con uno spettacolo teatrale, ma senza spettacolarizzazione, il velo dell’oblio (starei per dire colpevole), per stimolare una ricerca ed una razionale riflessione sulla ormai inutile e dannosa ideologia della difesa dei confini.
Che non significa abolirli, ma neanche idolatrarli al punto di diventare la causa di guerre fratricide, di odi violenti e di esodi di massa.

Giovanni Coluccia
Ancona, Febbraio 2014.

Nota: per chi fosse interessato, copiando il link qui sotto si possono vedere le date di questo tour teatrale, che farà tappa anche nella nostra regione:
http://www.simonecristicchi.it/articoli.cfm?id=24&id_menu=15&magazzino_18