mercoledì 23 febbraio 2011

In visita a Basovizza


La seconda parte della gita del 22 febbraio è stata dedicata alla visita della foiba di Basovizza, vicino a Trieste, che all’origine era un pozzo minerario di oltre 200 metri di profondità, e che è stata dichiarata monumento nazionale nel 1992, ed eletta come simbolo.
Le foibe sono cavità carsiche dove furono gettati i corpi di militari e civili residenti nei territori della Venezia Giulia passati poi alla Yugoslavia.
Il 10 febbraio 1947  l’Italia cedette Istria, Fiume e Dalmazia alla Yugoslavia.
Nel 2004 il parlamento ha proclamato il 10 febbraio “giorno del ricordo”, allo scopo di rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, e anche dell’esodo dalle loro terre degli istriani, dalmati e fiumani nel secondo dopoguerra: una vicenda storica che è stata per troppo tempo oscurata e dimenticata.

La ricerca storica ha accertato due diverse fasi degli eccidi.
La prima nel 1943, dopo l’armistizio dell’8 settembre e il conseguente abbandono dell’Istria da parte dell’esercito italiano.
La seconda nel 1945 a Trieste, Fiume e Gorizia, che finirono per un breve periodo sotto l’occupazione di Tito, e durante il quale nelle foibe  finirono tutti coloro che non accettavano la subordinazione al Maresciallo.
Schema della foiba inciso in una lapide
Ci fu poi una “epurazione preventiva” di tutti gli oppositori, anche potenziali, ai nuovi confini che si volevano instaurare. Furono arrestati e uccisi in gran parte italiani, ma anche sloveni e croati.

Non ci sono cifre ufficiali sul numero delle vittime delle foibe, i dati più documentati sono del Centro Studi Adriatici:
Almeno 300.000 mila esuli
Oltre 10.000 vittime di cui:
3174 morti in campi di concentramento.
994 salme esumate da foibe e pozzi.
326 le vittime accertate ma non recuperate
5.643 quelle presenti in base alle testimonianze e segnalazioni locali.

                     Per non dimenticare...                   Adriano Toffolon
                                                                         Qui trovate le foto della gita