Caro Paolo, ancora due righe, questa volta per complimentarmi con la "grande " Elide!
Volevo aggiungere una nota circa la seconda puntata sul Pan e vin.
Il pezzo termina accennando ai bambini che giocavano attorno al falò.
Volevo aggiungere, a tale proposito, che i "grandi" ci lasciavano accendere una canna di granoturco da tenere in mano mentre si correva di qua e di là gridando per emulazione le frasi di rito e altre... e se qualche timoroso ci diceva di fare attenzione col fuoco, gli veniva risposto:"Asseli star! che la sera del Pan e vin no ciapa fuoc gnent!", non c'era pericolo di incendi, nemmeno se le "fulische" andavano verso i fienili o "al mignon de le cane".
Una certezza simile a quella della pioggia quando si andava ad impetrarla alla Santissima: il sacerdote cantava l'orazione "ad petendam pluviam", ma la gente diceva "a cior la piova", e andava con l'ombrello sotto il braccio, perché al ritorno essa sarebbe arrivata di sicuro...
Carlo Zoldan