martedì 12 aprile 2011

TRADIZIONI E FESTE POPOLARI E RELIGIOSE NEI DINTORNI DI SACILE - quinta parte

           ...La QUARESIMA era poi tempo di penitenza, di astinenza, di digiuni.
Per la mia gente non rappresentava un grande sacrificio, considerato che, per certi versi, quasi tutto l’anno poteva considerarsi tempo di Quaresima. La carne compariva infatti di rado sulle tavole dei contadini, e soltanto di domenica;  per cui, non mangiarla di venerdì non rappresentava certo un problema. 
Per le ragazze in quel periodo c’era un avvertimento: “Non andare a ballare, altrimenti le gambe ti diventeranno storte!”. Ma le occasioni di ballo, come ho già detto, erano rare e poi nessuno ci avrebbe creduto. 
Mia madre, che praticamente prega tutto il giorno, essendo la sua stessa vita una continua preghiera, all’inizio della Quaresima mi preparava una coroncina fatta con lo spago, con 46 nodi, che rappresentavano i 40 giorni del Periodo più i 6 giorni della Settimana Santa. Per ogni nodo, ogni giorno, dovevo dire un “Pater, Ave, Gloria”. Ogni sera, con un tizzone, bruciavo un nodo. Dovevo dedicare quelle preghiere a chi ne aveva maggiormente bisogno. 
Ricordo che una volta, il Sabato Santo, esauriti tutti i nodi di quel singolare “Rosario”,  mia madre preparò una coroncina fatta con 46 caramelle che, il giorno di Pasqua, donai alla mia madrina, che da tempo soffriva di uno strano male, che nessuno riusciva a curare. 
Quelle caramelle rappresentavano tutte le preghiere che avevo recitato, auspicando una sua pronta guarigione.
Non ho sentito  bambini originari di altre zone riferire abitudini similari.
Della SETTIMANA SANTA il rito più suggestivo...
                                                                                               continua...             Elide Da Ros