In quell’occasione veniva effettuata una solenne processione, con l’esposizione del “Santissimo”, attraverso le vie del paese. Le mamme preparavano dei cestini di vimini, li ricoprivano di carta crespa e li riempivano di petali di rose, talvolta anche di fiori di acacia, che poi i bambini spargevano lungo tutto il tragitto. Le bambine indossavano il vestito della prima comunione. Le finestre di tutte le abitazioni venivano addobbate con tappeti e stendardi vari. Ognuno esponeva il meglio che aveva in casa. Mi risulta che in alcuni paesi questa abitudine sia tuttora mantenuta. In tutto questo si potrebbe anche scorgere il ricordo dei riti che venivano celebrati nell’antichità, per festeggiare il ritorno della bella stagione, con i suoi fiori ed i suoi frutti.
La notte tra il 23 ed il 24 giugno, NOTTE DI SAN GIOVANNI, c’era l’abitudine di esporre, appeso da qualche parte - spesso il cancello dell’orto -, un rametto di geranio, e quello per mesi non appassiva mai, anzi su di esso spuntavano i fiori (verificato personalmente). In quell’occasione, si usava anche preparare un recipiente di vetro, possibilmente “panciuto”, pieno d’acqua. Ci si immergeva poi un albume d’uovo. Durante la notte, la chiara d’uovo di scomponeva in strani filamenti che davano l’impressione di disegnare una barchetta. Quella era per tutti la “barchetta di San Giovanni”.
Provare per credere!
Provare per credere!
Durante l’estate, spesso…
continua Elide Da Ros