la prof.ssa Pier Paola Busetto |
L'autore del romanzo trasse ispirazione dalle vicende di vita di suo bisnonno il Principe Giulio Fabrizio Tomasi, vissuto negli anni cruciali del Risorgimento. Nel maggio 1860 dopo lo sbarco a Marsala in Sicilia di Garibaldi la classe dei nobili capisce che è ormai prossima la fine della loro superiorità. Il connubio tra la nuova borghesia e la declinante aristocrazia è ormai inconfutabile, ma molte famiglie aristocratiche si preoccupano più che altro della loro posizione, cercando di far volgere gli eventi che incalzano a loro vantaggio, combinando, dall'alto di quel poco potere loro rimasto, matrimoni di figlie o nipoti con famiglie non certo di antica nobiltà ma sicuramente con un notevole patrimonio.
Scritto tra il 1954 e il 1957, il titolo del romanzo ha l'origine nello stemma di famiglia dei Tomasi, ed è così commentato nel romanzo stesso: «Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore continueremo a crederci il sale della terra.»
Fu pubblicato dopo la morte dell'autore nel 1958 da Feltrinelli. Nel 1959 riceve il premio STREGA divenendo il primo best-seller italiano con 100.000 copie vendute. Nel 1963 Luchino Visconti lo tradusse nel film omonimo, con un cast di attori come Burt Lancaster, Alain Delon, Claudia Cardinale, Paolo Stoppa, Ottavia Piccolo e Romolo Valli.