Tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999,
l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha designato il 25
novembre come la Giornata internazionale per l'eliminazione della
violenza contro le donne e ha invitato i governi, le organizzazioni
internazionali e le ONG ad organizzare attività volte a
sensibilizzare l'opinione pubblica in quel giorno.
Contribuiamo a questa ricorrenza riprendendo la pubblicazione di quanto scritto dalla nostra amica Maria Bortoluzzi.
Altro grave, anzi gravissimo, problema che affligge molti
paesi prevalentemente mussulmani è la mutilazione, più o meno estesa, degli
organi genitali femminili.
Questa pratica, anche se esisteva prima dell'avvento
dell'Islam, è stata poi in qualche modo incorporata nel credo islamico e viene
tuttora eseguita in molti paesi.
In alcuni di questi ci sono delle leggi che la proibiscono
però di fatto rimane impunita perché
anche qui la tradizione ha ancora il sopravvento.
Nella maggior parte dei casi la mutilazione avviene su bambine talvolta piccolissime.
Nella maggior parte dei casi la mutilazione avviene su bambine talvolta piccolissime.
A volte, nel caso le bambine siano riuscite a sfuggire a questa
barbarie, si interviene prima del matrimonio perché così vuole la tradizione e
la radicata convinzione che ciò sia veramente una richiesta della religione.
In Italia c'è dal 2006 una legge specifica che vieta
l'infibulazione, con una pena che può arrivare fino a 12 anni di reclusione.
Però, come spesso accade, è una legge
che rimane sulla carta.
E' chiaro che il perdurare di queste pratiche è frutto
dell'ignoranza in cui versano ancora grosse parti delle popolazioni. La più importante strada percorribile, per
sradicare queste mutilazioni, è quella dell'istruzione femminile: certamente la strada è molto
lunga però non bisogna disperare.
Da non dimenticare che, oltre all'ignoranza, molto
influiscono le tradizioni: in effetti alcune pratiche sono diffuse anche fra i
ceti medio-alti che hanno un buon livello di educazione.
...continua Maria Bortoluzzi