mercoledì 3 dicembre 2014

Il nostro amico Giovanni Coluccia ci manda una poesia, con anche una breve didascalia, che pubblichiamo con piacere.
Sono graditi commenti, considerando che non è un tema allegro quello affrontato.
Grazie amico Giovanni, e alla prossima.

VERTIGINE
Vedo e rileggo i gesti di un amico:
lenti, pausati, fuori del mio tempo.
Ed ora
artigli farisaici ghermiscono la preda,
la rubano all'affetto
con cortine melliflue, avvelenate.
Tu, dove sei sei
fredda, tagliente falce
a recider le ali all'avvoltoio!

 Immagina una presenza assente in una situazione in cui, dalla atemporalità dell'assente, carissimo amico, congiunto…, si passi alla condizione di essere defraudati del bene più caro e per di più da qualcuno o qualcosa che si finge amico. Allora la falce, la morte arriverebbe invocata a mozzare gli artigli e le ali al predatore camuffato ( farisaico ).
Il tapino è inerme e sconfitto nell'anima.
Giovanni Coluccia  -   Ancona, novembre 2014