Il nostro amico Giovanni Coluccia ci manda una poesia, con anche una breve didascalia, che pubblichiamo con piacere.
Sono graditi commenti, considerando che non è un tema allegro quello affrontato.
Grazie amico Giovanni, e alla prossima.
VERTIGINE
Vedo
e rileggo i gesti di un amico:
lenti,
pausati, fuori del mio tempo.
Ed
ora
artigli
farisaici ghermiscono la preda,
la
rubano all'affetto
con
cortine melliflue, avvelenate.
Tu,
dove sei sei
fredda,
tagliente falce
a
recider le ali all'avvoltoio!
Immagina
una presenza assente in una situazione in cui, dalla atemporalità dell'assente,
carissimo amico, congiunto…, si passi alla condizione di essere defraudati del
bene più caro e per di più da qualcuno o qualcosa che si finge amico. Allora la
falce, la morte arriverebbe invocata a mozzare gli artigli e le ali al
predatore camuffato ( farisaico ).
Il
tapino è inerme e sconfitto nell'anima.
Giovanni Coluccia - Ancona, novembre 2014