giovedì 7 gennaio 2021

UN QUADERNO DEI DESIDERI

 di Elda Piai
gruppo di Scrittura Creativa - UTE Sacile

Non mi ero mai accorta di quanto fosse bella la via in cui vivo, né di quanto fosse rassicurante osservare le cose degli altri dalla mia finestra.
Nessuno poteva più uscire.. e per la prima volta ho sperimentato la mancanza della libertà.
Un silenzio assordante aveva invaso le nostre strade, interrotto solo dalle sirene delle ambulanze, tante... troppe!
Non avevo mai colto veramente il significato dell'espressione “bollettino di guerra” fino a questo momento.
Sono state settimane difficili, piene di paura e di sofferenza, di preoccupazione e di smarrimento. 
Ho visto e sentito la nostra fragilità umana, ma ho toccato con mano anche la nostra capacità di rialzarsi e di andare avanti.
Talvolta ho avuto l'impressione di sprecare il mio tempo, capita spesso, abituati come siamo a far qualcosa comunque; ma presto ho compreso che il solo atto di respirare è un dono prezioso, valendo la pena di riempire il tempo con tutto quello che amiamo fare.
Così ho ripreso ­- ­dopo alcuni mesi - a disegnare, scrivere, strimpellare.
Tutto quanto ho successivamente regalato alle persone che ho conosciuto ed apprezzato.
Questo è stato il mio far sapere loro che li ho ricordati.
Era stato un modo per non sentire la paura e per riempire il silenzio del distacco.
Ho sentito così vicine le persone a me care, come non avevo prima percepito.
Ho capito, dentro il mio cuore, quali fossero le priorità e quali persone contassero per me davvero.
Mi son sentita orgogliosa di appartenere ad una Comunità, dignitosa, rispettosa, provata dalle circostanze insolite, ma unita nella Preghiera come non mi era mai capitato.
Ho parlato spesso a Dio... ho parlato spesso con Lui... poiché ne ho colto le risposte! Le telefonate e gli scambi di messaggi con le amiche e tutti i miei familiari, sembravano dei trattati di “filosofia” tanto erano profondi e ugualmente capaci di riportarmi la serenità in un attimo.
Quanto voglio bene a queste persone!!!
La famiglia è stata il nucleo sicuro in cui mi son sentita riparata, comprendendo così - ancora una volta - che AMARE significa prendersi cura dell'altro.
Dunque l'isolamento ci ha costretti ad occuparci di un mucchio di cose a cui non eravamo abituati.
Così una ricetta di cucina era l'alibi per coinvolgersi, al telefono, con tante amiche. Fino al momento in cui emerse l'idea di comporre un QUADERNO, dove si potessero appuntare tutti i DESIDERI irrealizzabili nel momento di contenimento della Pandemia... facendo promessa di metterli in atto non appena possibile.
Niente sarà come prima!
Il dolore non si dimentica facilmente.
Niente sarà più come prima!
L'ho capito quella sera di aprile in cui un'amica mi ha chiamato al cellulare da sotto il balcone dicendomi: ”Se ti affacci sono qui sotto”.
Quel gesto è stato più emozionante di una serenata d'amore.
Niente sarà più come prima!
L'ho capito il primo giorno di maggio quando sono uscita per la prima volta… e mi sembrava di vedere un mondo nuovo.
Niente sarà più come prima!

Gli incontri, gli sguardi, la presenza, gli abbracci.
Siamo fatti di questo… e questo è quanto ci manca tremendamente.
Chissà se ci ricorderemo di osare tanto nuovamente.
Piango spesso ripensando ai mesi trascorsi, e la paura fa ancora capolino.
La pausa forzata mi ha portata ad entrare in me stessa!
Guardo ancora fuori dalla finestra ripensando ai volti delle persone che abitano quì vicino da tanto tempo.
Penso spesso ai miei compagni di “scrittura” dell'UTE, alla nostra tenace insegnante Marta che ci aiuta, che ci tiene raccolti tramite le sue lezioni on-line.
Non finirò mai di ringraziarli tantissimo per le rispettive frasi di intrattenimento, anche ironico che mi inducono a sorridere e specialmente farmi liberare benefiche risate!
Poi guardo il Cielo, piango e sorrido e poi penso che niente sarà più come prima... neppure io!
Vorrei che domani QUALCUNO possa raccontare, a CHI oggi non è ancora nato, cosa è successo nel nostro mondo.
Leggendo queste righe - forse - ci scapperà qualche lacrima.
Lasciamola uscire... anche lei, forse, non riesce a stare nello spazio assegnatole.
 
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